Corpo. Sensi. Percezioni.

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“È attraverso i nostri sensi che riceviamo informazioni dal nostro ambiente interno (noi stessi) e da quello esterno (gli altri, il mondo). Il modo in cui filtriamo, modifichiamo, distorciamo, accettiamo, rifiutiamo e utilizziamo tali informazioni fa parte dell’atto del percepire.”

“Noi tutti abbiamo organi di senso simili e comparabili, ma le nostre percezioni sono assolutamente uniche. La percezione ha a che fare con la relazione – con noi stessi, con gli altri, con la terra, con l’universo.”

Queste parole di Bonnie Bainbridge Cohen aprono lo spazio di ricerca in tema di sensi e percezioni. Attraversiamo le idee di corpo come soggetto della percezione immerso in uno spazio peripersonale e multisensioriale e come paesaggio nel paesaggio. Miliardi di recettori sparsi nel nostro corpo ci offrono costantemente segnali ed informazioni su noi stessi e ciò che ci circonda. La nostra abilità di organizzare ed interpretare questi segnali è ciò che definiamo percezione.

Di seguito si trascrivono, dalla traccia della lezione registrata, le istruzioni di una ricerca di somatizzazione volta al risveglio dei sistemi sensoriali e delle dinamiche enterocettive e propriocettive. Subito dopo si riportano dei brevi estratti da testi scritti in improvvisazione dagli allievi in brevi sessioni di scrittura continua.

Riposo Costruttivo, Sensi e Percezioni

Trovate un luogo nella stanza dove vi sentite comodi e a vostro agio e sdraiatevi supini. Chiudete gli occhi (chiudere gli occhi accentua la consapevolezza degli altri sensi). Piegate le ginocchia e lasciatele cadere una contro l’altra per rilassare i muscoli delle cosce e del tratto lombare della vostra colonna. I piedi sono a contatto con il pavimento e sono leggermente distanziati rispetto alle ginocchia. Le braccia sono distese lungo il corpo, sul pavimento, o incrociate sopra il torace. Rilassatevi, abbandonate i vostri corpi alla forza di gravità e lasciatevi sostenere completamente dal pavimento. Notate le sensazioni della vostra pelle. Forse sentite il tocco leggero degli abiti o la sensazione dell’aria fresca sul vostro braccio o la vostra caviglia. Notate la pressione del vostro corpo contro il suolo e notate in quali aree sentite forse un dolore, o un fastidio, dovuto a quella stessa pressione o diffuse sensazioni di caldo o freddo. Queste specifiche sensazioni sono attivate degli esterocettori, i recettori del controllo ambientale: terminazioni nervose sparse su tutta la superfice della vostra pelle.

Entrate ora in contatto con il vostro respiro e con il riverbero del movimento di torace e addome che si espande a tutto il resto del corpo. Lasciate che gli organi si riposino all’interno della struttura scheletrica: polmoni, cuore, organi dell’apparato digerente. Cercate di sentire come ciò che è all’interno del corpo si rilassa nel proprio contenitore. Restate in ascolto degli organi e notate le sensazioni innescate dalla digestione, il battito cardiaco, la circolazione. Ascoltate tutte quelle sensazioni di regolazione interna (l’impressione di avere un calo di zuccheri, o la sensazione che il caffè stia facendo un po’ troppo effetto!). Questo ampio raggio di sensazioni è percepibile attraverso il lavoro degli enterocettori che si trovano nei nostri organi e nei vasi sanguigni.

Lasciate ora che il cervello riposi nel cranio e che gli occhi galleggino nello spazio delle orbite. Lasciate cadere delicatamente la mandibola in modo che la bocca si schiuda. Sentite l’aria che entra ed esce dalle labbra e dal naso. Lasciate che le spalle si sciolgano e si abbandonino al pavimento. Lasciate che il peso delle gambe si scarichi nelle articolazioni della anche e nei piedi. Lasciate che la schiena si muova contro il pavimento mentre respirate e cercate di sentire le costole che si muovono ad ogni respiro.

Ora iniziate a rotolare e a stirarvi, seguite ogni impulso di movimento che abbiate voglia di seguire. Come sapete in quale posizione siete? Muovetevi di nuovo, cambiate posizione. E ancora. E ancora. Siamo stimolando i propriocettori, sparsi in muscoli, tendini ed articolazioni ed il sistema vestibolare del nostro orecchio interno. Essi ci danno informazioni sulla posizione del nostro corpo nello spazio ed il nostro orientamento rispetto alla gravità.

Prendetevi ora qualche minuto per riposare nella posizione del riposo costruttivo. Quando siete pronti, lentamente, portatevi in una posizione seduta e poi in piedi, srotolando la schiena. Notate i suoni nella stanza: il tocco delle onde sonore che fanno vibrare i timpani e si riverberano nei tessuti. E portate ora l’attenzione al vostro naso, all’olfatto, a quelle molecole chimiche sospese nell’aria che stimolano i recettori delle narici. E poi il gusto: cosa sentite nello spazio interno della nostra bocca? Quali sensazioni sono presenti nei recettori delle papille gustative sparse sulla vostra lingua? E ora, molto lentamente, aprite gli occhi. Non cerchiamo le immagini, lasciamoci raggiungere dalle onde di luce che stimolano i recettori della retina. Cominciamo a camminare nello spazio, notando le connessioni tra il paesaggio interno, noi stessi, ed il paesaggio esterno, gli altri, il resto della stanza.

Selezione di estratti da improvvisazioni in scrittura degli studenti alla domanda:

“Di cosa parliamo quando parliamo di corpo?”

“Il corpo non sappiamo come è fatto, è misterioso. Il corpo ci permette di esprimere le nostre forme, tutto ciò che ci rende diversi.”

“Il corpo prende forma la mattina e si prepara. Poi deve affrontare la giornata, ma forse viene trascurato. Però viene con noi lo stesso, seguendo quello che facciamo.”

“Parlare di corpo. Un semaforo rosso, il mio corpo si blocca. Hai l’acqua in bocca: sputarla o tenerla in gola?”

“Una bambina colta di sprovvista scorge un corpo immobile proveniente dal mare e senza indugio inizia a sbraitare, esternando la paura.”

“F: Cosa sono io ora?                                                                                                                                                                                    T: Quello che siamo e che proviamo non è sempre quello che sentiamo. Quando capita di ripensarci non sempre troviamo una soluzione. Però prendiamo consapevolezza, entriamo in contatto con ciò che è dentro di noi e con ciò che siamo veramente.                                                                                                                                                                                   F: Le sensazioni lungo il corpo mi emergevano da dentro. Le spalle molto pesanti. Corpo pesante disperso in uno spazio che a poco a poco svaniva. Il cuore batteva lungo la spina dorsale. Da seduta sempre più la forza di gravita agiva su di me. Cos’è il mio corpo nello spazio? La testa è più libera. Io, come essere umano, cosa sono per questo posto?”

“Sono una persona nuova, molto rilassata e purificata. Sono così rilassato che il mio corpo è tutto e nulla e il nulla mi sta avvolgendo e stravolgendo. Adesso sto sentendo qualcosa di strano di veramente strano, nel mio corpo c’è un miscuglio di sensazioni positive. Ho la testa vuota e il corpo molle, solo la mano destra che scrive, null’altro, solo lei, la mia mano, solo lei, che scrive nel vuoto totale e assoluto mentre la testa rimbomba, rimbomba.”

“Corpo rilassato come di sera. Gli amici sul prato, volgendo lo sguardo al cielo scrutano un punto luminoso e lontano, cercando di capire di cosa si tratti. Ma l’erba è troppo morbida e il clima è troppo mite e in poco tempo tutti dormono sognando di raggiungere quel punto lontano, irraggiungibile. La mattina ci si sveglia e la sensazione permane. Il corpo indolente, gli occhi stanchi. L’erba sempre troppo morbida e il clima troppo mite.”

“Il mio corpo esplora ciò che lo circonda. La luce del sole mi tocca e mi riscalda. La mia vista riacquista la capacità di vedere le cose nella maniera giusta, ma è davvero giusta? Qualcosa è cambiato, come se da quello stato di trance fossi rinato. Ora la luce mi culla, mi culla come un bambino. Le vecchie sensazioni spariscono. Saluto il vecchio me, di lui non c’è più traccia.”

“Luce sensibilità nero equilibrio”

“Cosa significa corpo? È l’involucro dell’anima, quel piccolo guscio che nasconde il vero Io, la nostra vera identità. Corpo può essere qualcosa di non carnale.”

“Corpo, corpo, corpo. Piedi, mani, capelli. Dita, gambe, torace. Battere il cuore, batte il mio cuore, forte, se si fermasse morirei. I miei capelli sono corti, posso legarli, tagliarli. Con le mani posso sentire, posso toccare, posso sfiorare altri corpi, altri mani. Fare carezze o fare male. Provare dolore, piangere, ridere, posso camminare. Freddo, caldo, posso ascoltare, posso sentire senza ascoltare.”

“Il corpo, la casa, tutta la vita, non si cambia. L’amore, il battito, non lo so. Movimento, staticità, riposo, respiro, occhi, sguardo, contatto.”

“Sangue, mente, molle, flaccido, cervello, piedi, piedi, piedi, scheletro, corpo freddo, corpo caldo, contatto tra due corpi o tra più corpi.”

“Corpo è intimità, impulsi, sensazioni, gabbia, maschera, pelle, calamita, energia, soggezione, strumento, macchina, prezioso, profondità, superficie, emozione, vulnerabilità, ingegno limitante, fragile, attento, comodo, metamorfosi, ingiusto, loquace, riconoscimento, movimento, trasparente, stimolante, curioso, dipendente, estraneo e solitario.”

“Sangue, fiume, buio, pesantezza, pensieri, vuoto, pieno, contrasti, stabilità e instabilità, suoni, parole, voci, tonalità, pelle, involucro, continuo, essenza e sostanza che sostiene. Domani, domanda.”

“Tranquillo, stanco, scomodo, silenzioso, addormentato, rilassato, buoi, caldo, freddo, piedi, mani, spento, sensazioni, solletico, dolore, fastidio, assonnato, felice, affamato, coperto, resistente, solo, insieme, amico, corpo, mio.”