Majakovskij. Così grande e così inutile

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Vladimir Majakovskij ha composto le sette poesie che costituiscono questo  nostro viaggio musicale-vocale nell’arco di 15 anni, viaggiando in Europa e America. Era proprio una star del suo tempo e con questo spirito saliamo anche noi sul palco.
Uno spettacolo, un canto-concerto in cui corpo e musica si fondono per ritrovare il senso vivo della poesia.

Mele Ferrarini e Gino Lucente danno corpo, suono, voce al sovversivo e intransigente cantore delle piazze e della rivoluzione, al colossale e perseguitato Majakovskij, stella polare del teatro di ricerca. La chitarra elettrica e il corpo attoriale si fondono, caricando di impressionante presenza scenica una poesia concreta e visionaria, la cui essenza spregiudicata e grottesca penetra nell’immaginario di noi pubblico per non lasciarci più. 
(Livia Cavaglieri)

Un estratto dello spettacolo: All'amato sé stesso. Poesia di Vladimir Majakovskij nella traduzione italiana di Maria Roncali Doria.