Scene da una sedia

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Stare seduti davanti a un computer per tempi lunghi, mantenendo una corretta seduta, è piuttosto difficile.    E vedo che anche i ragazzi, seduti dietro ai loro devices, condividono questa fatica: tutti tendiamo a cedere, prima o poi. E prima o poi il mal di schiena ci presenterà il conto. Ecco perchè abbiamo iniziato questa lezione con un esercizio che viene dal mondo Feldenkrais. Scopo dell’esercizio è (anche) quello di scoprire la seduta più consona a mantenere il busto in posizione eretta. Allora ci alziamo e ci sediamo più volte, per sentire come cambi (e migliori) naturalmente la nostra posizione sulla sedia, specie quando sappiamo di doverci rialzare subito; poi passiamo a incurvarci e ingobbirci per peggiorare la seduta senza pietà, a puro scopo sperimentale; basculiamo lentamente il bacino facendo perno sugli ischi, fino a far esaurire il movimento (ma continuando a tenerlo dentro come “immagine”), per giungere così a riconoscere finalmente la posizione più stabile e più comoda. Posizione che durerà, ahinoi, fino alla prima distrazione. Ora però questo “strumento” per rimettersi in bolla è anche a loro disposizione e dato che la vita davanti a questi schermi sarà lunga, spero che ne vorranno approfittare. Questo esercizio è servito anche a risvegliare la nostra attenzione, quindi ho proposto ai miei allievi attori una breve serie di esperienze sensoriali adatte a stimolarne la memoria emotiva attraverso l’analisi di oggetti di uso comune. Con la raccomandazione di riprovarci anche in altri momenti e contesti, per permettere all’esercizio di risultare più efficace. Dopo questa prima mezz’ora preparatoria abbiamo aperto il nostro copione per analizzare alcune scene e ricavarne suggerimenti utili a definire e contestualizzare meglio il mondo dei personaggi che abitano la nostra storia. Stabiliamo subito una regola non derogabile: l’attore non deve giudicare il personaggio, bensì deve sforzarsi di comprendere i motivi che ne determinano il comportamento. Abbiamo poi analizzato il passaggio debole di una scena, dove sarà necessario inserire una descrizione più dettagliata del motivo per cui “Agata” ha mollato “Tanica”: lascio il compito agli interessati e M.V. ha già qualche idea su cui lavorare. Mi dicono che sono in cantiere anche altre proposte di personalizzazione del testo: arriveranno in settimana e io le aspetto con curiosità! Certo è che questi ragazzi sono bravissimi a resistere a queste condizioni, accettando le limitazioni imposte dalla videoconferenza. È chiaro, stanno facendo di necessità virtù, prendendo quello che si può prendere. Ma non si accontentano, siamo tutti avvisati.

Questo è stato il nostro quinto appuntamento, in videoconferenza.