Una foresta di violini

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L’abete rosso della Foresta di Paneveggio forniva il legno ideale per costruire strumenti ad arco con la risonanza migliore. Questo legno fornisce l’anima allo strumento, quel particolare raccordo che tiene in connessione la cassa armonica e permette alle vibrazioni, al suono di propagarsi e di risuonare. Dori Zantedeschi ci ha raccontato tutto questo guidandoci con l’immaginazione dentro la “foresta dei violini”, come veniva chiamata la foresta di Paneveggio, prima che la tempesta Vaia del 2018 la spazzasse via. Ci ha spiazzato un po’ scoprire che nessuno dei ragazzi avesse ricordo o contezza di questo drammatico avvenimento. Forse la tempesta Covid ha spazzato via anche molti dei ricordi di quello che è avvenuto in precedenza? E’ possibile? Dentro a questa foresta Dori ci ha fatto trovare anche una piccola riserva d’acqua che noi abbiamo fatto diventare una riserva di vibrazioni sonore da cui far scaturire una esperienza vocale meno condizionata dalla meccanica della laringe. Ci è servito per sperimentare come sia possibile riconnettere intelletto e corpo, anatomia ed emozioni, servendosi di immaginazione e rilassamento.

Siamo poi passati al lavoro sulla nostra drammaturgia e Cristian ci ha raccontato il punto di vista del suo personaggio rispetto alla storia e rispetto agli altri personaggi. In precedenza li avevo stimolati a pensare ognuno il proprio personaggio come protagonista della sua storia e non semplicemente come parte di una storia complessiva. Questo per costruire intorno a ogni personaggio un substrato di esperienza e di vita possibili, utili a farlo poi rivivere più completamente nella finzione della scena. Cristian ci ha detto di essere partito da se stesso per dare un volto al suo “Sbrego”, pensandolo come personaggio “di testa”, che muove da un ragionamento preciso. Ma, aggiungerei io, anche un po’ di cuore, dato che è molto vicino e attento ai bisogni dei personaggi del suo giro.

Abbiamo poi riprovato in lettura alcune scene, ridistribuendo le parti tra i presenti, fermandoci sui dettagli di alcune singole battute, ragionando sulle necessità e sulle motivazioni per trovare possibilità di interpretazione diverse. Anche partendo da suggerimenti tecnici, come il sospiro a inizio di una particolare battuta, suggerito da Shane ad Andrea, per far arrivare al pubblico la delusione di “Giulio”.

La lezione di oggi è arrivata a un mese di distanza dalla precedente e dopo le vacanze di Natale. Oggi eravamo in pochi, otto su sedici. In parte era prevedibilmente dovuto alla faticosa riapertura delle scuole di stamattina, e in parte anche da attribuire alla registrazione video della odierna lezione che potrebbe aver messo qualche soggezione in più.